Tra le tante preparazioni di cui è ricca la Campania, non può certo mancare la fiavola, una bionda mezzaluna dal ripieno ricco e filante realizzato con uova e formaggio. Questa preparazione, tipica del beneventano, era un tempo legata alle festività pasquali. Oggi questo legame, pur non scomparso del tutto, si è allentato. Le fiavole si trovano ora tutto l’anno, come avviene anche per altre pietanze in passato consumate solo in periodi precisi, stabiliti dalla tradizione e dalla stagionalità dei prodotti.
Una ricetta con parenti ovunque
La fiavola ha parenti sparsi qua e là in tutta la penisola. Questi prendono il nome di fiadone, parola adattata di volta in volta alle caratteristiche fonetiche dei dialetti in cui è presente. Condividono con la fiavola il suo elemento fondamentale: il ripieno, dolce o salato ma sempre, rigorosamente a base di formaggio (spesso ricotta). Rispetto alla fiavola, i vari fiadoni esistenti possono essere fritti o avere la forma di una torta, piuttosto che di un raviolo.
La vicinanza di forme e sapori tra queste preparazioni, fa supporre che le parole fiavola e fiadone siano in qualche modo legate dal punto di vista etimologico. La base comune, in effetti, può essere considerata il latino medievale FLADONEM, cioè ‘focaccia’. Sappiamo, infatti, che la parole che in latino iniziavano con FL-, in italiano e in molti dialetti iniziano per fi-. Qualche esempio? Dalla parola latina FLAMMA si è sviluppata quella italiana fiamma; dal latino FLUMEN abbiamo l’italiano fiume. Così, da FLADONEM si ottiene fiadone. Ma come si ottiene fiavola da FLADONE(M)?
Si può pensare che la parte finale della parola latina, –one, sia stata considerata dai parlanti non come parte integrante della parola stessa, ma come un suffisso accrescitivo (libro-librone, mano-manona). Le dimensioni ridotte della pietanza campana (specie se paragonata al fiadone a forma di torta) possono aver spinto i parlanti a cambiare questo suffisso accrescitivo con uno diminutivo, come -olo (-ola al femminile). Questo cambiamento avrebbe causato anche lo spostamento dell’accento: da fiadòne si ottiene fiàvola su modello di parole come briciola o tavola. Infine, la conferma che alla base di fiavola ci sia una parola latina che inizia per FL- è data dalla presenza, sempre in provincia di Benevento, di sciavola, con lo stesso significato di ‘raviolo ripieno di uova e formaggio’. Il suo sc-, infatti, rappresenta un altro possibile risultato dell’evoluzione del latino FL-.
Tutti questi cambiamenti si sono realizzati nell’arco di molto tempo e dimostrano come la lingua sia in grado di evolversi anche in base alle esigenze dei parlanti. Nel caso della fiàvola, questi cambiamenti sono stati innescati dal bisogno di descrivere un prodotto ben preciso, diverso da quelli che potevano trovarsi nei dintorni. La fiàvola, infatti, ha una sua precisa identità gastronomica, e il nome contribuisce a renderla chiara.