Ricotta, parmigiano, farina e uova: ecco i pochi ingredienti per preparare i semplicissimi ma saporitissimi ndunderi, la versione fresca e morbida degli gnocchi di patate. Tipici di tutta la Costiera Amalfitana, sono il piatto tradizionalmente preparato a Minori in occasione dei festeggiamenti onore di Santa Trofimena, patrona della città. Nella maggior parte dei casi vengono serviti con salsa di sugo e provola o con ragù e la loro ricetta si tramanda tutt’oggi di generazione in generazione.
L'origine
L’origine della curiosa parola usata per definire questi gnocchi può essere riportata ad una base onomatopeica che gli studiosi hanno ricostruito come *tont. Questa base ha lasciato numerose tracce in tutta l’area romanza, cioè in quell’area in cui si sono diffuse le lingue dette neolatine. Da essa, infatti, si sono sviluppati verbi che significano ‘lamentarsi, borbottare’, presenti in vari dialetti italiani (come il piemontese tontognér o il genovese tuntunà).
La parola ndundero, originata da una base linguistica *dond affine a *tont, rievoca, anche grazie alla ripetizione del suono –nd-, il rumore prodotto dagli gnocchi quando vengono immersi nell’acqua e durante la cottura. La componente onomatopeica, si sa, è fondamentale per la definizione di molti concetti gastronomici. Potremmo fare moltissimi esempi, ma qui ci limitiamo a ricordare i cracker, i pop-corn o l’accattivante pippiare del ragù in cottura. Gnocchi simili, con denominazioni affini agli ndunderi, sono i dondoret o dandarini, tipici della provincia di Cuneo. Sono da segnalare anche i dandàn genovesi, pasta da minestra, e la parola ndundù, usata nel linguaggio infantile in alcuni centri della provincia di Chieti per definire i maccheroni.
Se la spiegazione onomatopeica non vi convince del tutto, allora forse sarà utile ricordare la presenza della parola ndunderi proprio nel significato di ‘brontolii, mugugni’. Questa parola si trova nella provincia di Caserta, più precisamente nel dialetto di Casale di Carinola. Inoltre, in provincia di Avellino, la parola ndunderi è usata come soprannome. Questo dato ci permette di immaginare una diffusione più ampia del significato di ‘brontolio’ in Campania. Probabilmente, infatti, la parola doveva essere presente, con questo significato, anche nella provincia di Salerno.
Se siete curiosi di provare un profumatissimo piatto di ndunderi e ragù, non dovete fare altro che concedervi una giornata di pausa per passeggiare nelle strade colorate dei suggestivi borghi della Costiera Amalfitana. I molti ristoranti della zona, in particolare del comune di Minori, servono tutto l’anno questi gnocchi prelibati e nutrienti, simbolo di una lunga tradizione che, grazie alla sua semplicità, sopravvive allo scorrere incessante del tempo.